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NICHELINO DIVENTA COMUNE AUTONOMO
La famiglia degli Occelli, che nel 1619 si era installata nel Castello, attorniato da un gruppo di cascinali, trasse dunque profitto dalla situazione di bancarotta delle casse del Ducato.
Aveva già tentato altre volte, in precedenza, di conseguire un titolo nobiliare, ma sempre a vuoto. Nel 1694 il sogno di Niccolò Manfredo Occelli si realizza. Con il versamento di “livre dieci milla ducali d’argento”, da destinarsi al finanziamento delle spese militari, ottiene
dal Duca Vittorio Amedeo Il (Patente dal 22 giugno 1694) che il territorio comprendente varie borgate e cascinali, venga staccato dal Comune di Moncalieri e diventi Comune autonomo
ed ai capi famiglia Occelli venga assegnato il titolo di “Conte di Nicolino” con diversi privilegi sul territorio. Il nuovo Comune prese la denominazione dalla borgata di residenza e centro delle attività agricole della famiglia Occelli: Nichelino, anzi “Nicolino” come è indicato nella Regia patente.
Nel tempo le dizioni hanno avuto diverse varianti:
- Niclino, (sulla mappa del 1600, riportata nell’opuscolo edito nel 1994 dal Comune in occasione della celebrazione del triecentenario) - A.C.M.;
- Nicolino, (nella Regia patente con la quale Vittorio Amedeo Il decretava la separazione dalla città di “Moncaglieri”;
- Nichilino (nello stesso decreto di assegnazione in feudo al neo-conte Niccolò Manfredo Occelli e suoi eredi);
- Nichellino (in diversi documenti del ‘700);
- Niclin (in documenti del periodo Napoleonico).
Per l’etimologia propendiamo a ritenere che la denominazione “Nichelino” derivi da qualche famiglia (Nicola o Nicolino) abitante, in tempi più antichi, nella borgata e cascinali oggi denominata ‘Castello”, come è avvenuto per molte borgate del circondano (Tetti Rolle, Tetti Piatti, Tetti Grella, frazione Bauducchi, Tetti Neirotti in Comune di Rivoli e, di formazione molto più recente, frazione Garino in Comune di Vinovo).
Non riteniamo che possa essere presa in considerazione la denominazione da “Nihil Locus” (Luogo del nulla), ipotizzata nel libro “Nichelino” di Mario Ruberi, ediz. 1981, in quanto
la denominazione “Niclino” era riferita al borgo divenuto poi di proprietà degli Occelli (nel 1619) e solo con la costituzione del Comune autonomo venne estesa a tutto il territorio del nuovo Comune.
Anzi, la denominazione ‘Nichelino” riferita all’attuale Borgo Castello, la ritroviamo ancora su carte topografiche del 1780, del 1832 e del 1852. Possiamo arguire che la zona di detto borgo, costituita da cascinali con circostanti fertili campi e prati irrigui, non potesse essere considerata un “Nihil locus”. Caso mai terre meno produttive erano verso il torrente Sangone (regione Cesia) o nella prateria acquitrinosa di S. Quirico.