cap 2

 IMPARARE L'AMORE

 

Educandoci, impariamo. Siamo nati con un patrimonio genetico fitto di inclinazioni: alcuni sono portati alla musica, altri alla matematica, alla pittura. Altri propendono per la tecnica, l’astronomia, il canto…ecc. Ma queste tendenze innate, differenti da una persona all’altra, non sono sufficienti per farci uomini . Bisogna coltivarle, educarle, arricchirle di nozioni. A differenza delle bestie che sono determinate dal solo istinto, noi animali razionali l’arte di essere uomini la dobbiamo imparare con l’educazione.

Nell’animale quasi tutto è comunicato (o trasferito) dai cromosomi. Solo gli animali più evoluti hanno un piccolo spazio per ricevere informazioni dall’esterno del loro patrimonio cromosomico. Noi invece dobbiamo ricevere tutto da fuori.

Ogni cosa che l’uomo apprende si trasforma in un’arte (tekne) che lo arricchisce e gli permette di vivere una vita originale e irripetibile, caratterizzata dalle inclinazioni personali.

Ma l’inclinazione più preziosa e necessaria di tutte è l’arte di Amare!

Sembra un fatto puramente istintivo; effettivamente per l’animale è così: per lui "amare" corrisponde ad un istinto, che gli permette di perpetuare la vita, filiando.

Questa inclinazione naturale è fortissima in tutte le creature ma per l’uomo, che le spinte istintive le educa e le modera, trasformandole ed anche sublimandole, l’impulso ad amare gli appare come una forte tendenza alla simpatia (cioè al legarsi sentimentalmente alle persone) e non soltanto una spinta fisica di riproduzione.

Infatti la persona umana l’amore lo modula in perfetta libertà e armonia con quel partner che scopre lungo la via come polo di bellezza e di affinità tra le tante creature esistenti. Proprio perché – come dichiara l’Ulisse dantesco - "fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza" (Dante, D.C., Inf. CXXVI, 118 – 120).

Dunque, per noi umani amare è arte nel senso più completo del termine.

Amare non è solo del pittore o del poeta che rappresenta artisticamente le belle cose della vita; è di ogni uomo che, in forza della magia dei suoi sentimenti, impara nella calma della crescita la sua capacità affettiva.

Amare si impara! Se impari ad amare vivi felice. Ha scritto il Papa Giovanni Paolo II nel suo libro "Varcare la soglia della speranza" a pag. 138 <<Da giovane imparai ad amare l’amore umano. Se si ama l’amore, nasce anche il vivo bisogno di impegnare tutte le forze a favore del bell’amore>>.

Dunque nell’uomo l’Amore non è frutto di solo istinto.

La storia dell’umanità, pur con dolorose disillusioni (pensiamo alle guerre!) lungo il suo cammino, ha coniato con il cuore e con l’intelletto l’Arte dell’amare e l’ha trasmessa con fatica nel corso dei suoi millenni.

Anche se è vero un detto: "paese che vai, amore che trovi", tuttavia in ogni luogo con l’amore incontri il canto, la poesia, la timidezza e l’approccio tra persone, fatto di trepidazione e di impegno. Perfin tra gli aborigeni più distanti dalla nostra cultura l’amore porta con sé il suo stile, le sue regole ed è protetto e rispettato dalla comunità in cui gli individui vivono. Sii l’Amore si impara! Ed è materia importante e difficile per cui bisogna studiarla, andando a scuola di amore.

Siccome però è una faccenda molto personale, l’amore va imparato in solitudine, con a fianco una guida discreta, silenziosa, amorevole e puntigliosa.

E per questo che noi lo studieremo insieme, possibilmente nel silenzio romitico di un angolo d’ombra….

Le radici dell’Amore

E’ una "Cosa" che arriva da lontano e porta lontano. Per questo è la "Cosa" che conta più di tutte le altre, l’Amore. Non solo per te, adolescente che come S. Agostino con gli anni verdi (la giovinezza!) ti senti radicalmente afferrato dalla voglia di amare. Pensa che S. Agostino nelle sue "Confessioni" scriveva <<Quant’è dolce parlare d’amore e quanto più dolce è praticarlo! Beato colui che avrà imparato la scienza di amare>>.

Per l’umanità l’Amore sta al di sopra di qualsiasi cosa.

Ogni uomo nel suo vivere quotidiano cerca la felicità. Alla domanda "Hai trovato la felicità?" molti confessano il fallimento. Per esempio il grande generale Bismark, alla domanda "Ha incontrato la felicità?" rispose "Forse si, una volta da ragazzo quando uccisi una lepre…" !

Il vecchio Giovanni Agnelli, il fondatore della Fiat, a don Ricaldone, successore di don Bosco nella guida dei Salesiani: "No, non conosco la felicità: ho avuto successo, soldi e dolori, ma la felicità no!". Gli era morto il figlio Edoardo….

PierPaolo Pasolini ad Enzo Biagi, un anno prima della tragica fine: "Si, una notte in Kuwait quando giravo il film Decameron…ero felice guardando le stelle". E’ già qualcosa! Evidentemente in questi casi la ricerca fallita svela un qualche naufragio esistenziale: forse perché essa è stata impostata male. Si è cercato altrove, tra le cose per esempio; di cose il cuore non si riempie e se il cuore non è pieno non si appaga...

Denaro, carriera e piacere non danno quiete al cuore umano.

Un cuore appesantito dalle troppe cose toglie il sonno, spiega la Bibbia; la storia dell’umanità ci dice che l’uomo spesso troppo tardi scopre che la gioia non si trova dentro le cose ma nell’Amore. Al mondo non esiste altro problema importante che amare ed essere amati.

Te ne sarai reso conto fin da ragazzino. Perché hai sempre dato molta cura nel sistemare la scriminatura dei capelli? Perché indossi volentieri un paio di pantaloni piuttosto di un altro? Perché cerchi l’amore… e lo trovi nelle approvazioni che il tuo modo di essere suscita negli altri.

Se poi è lei o lui a guardarti… allora il mondo si riempie di colori e il cuore ti si gonfia dentro!

Quando invece il tuo cuore è vuoto, perché nessuno ti guarda, anche le cose più belle si appiattiscono e perdono di lucentezza.

"Com’è bella la nostra vita semplice dove ci vogliamo tanto, tanto bene" - mi scrivono due sposini poverissimi - Il mondo ci vede poveri, privi di tutto, invece siamo più che ricchi: ci vogliamo bene!".

Un fatto, una esigenza così universale deve avere la sua spiegazione nella natura dell’uomo e forse anche nella natura del cosmo intero…

Partendo da questa convinzione ti propongo di avventurarti con me in una ricerca impegnativa e importante.

Cercheremo dunque insieme le radici dell’Amore. Cerchiamole con impegno intellettuale! Scoprendone la fonte, sarà più facile capirne l’essenza, la sua eterna dinamica ed il perché quest’amore prenda l’uomo di qualsiasi età più di qualsiasi altra cosa e lo renda felice. E’ una pagina molto impegnativa quella che segue: necessita di tutta la tua capacità di interiorizzazione….

E’ la storia più lunga

Se osservi la natura con attenzione ti rendi conto come alla base di tutto esista una legge evolutiva che si fonda su una "meccanica trinitaria": due realtà che si attraggono per produrne una terza…

Osservando la realtà microscopica, la più piccola che conosciamo, notiamo l’esistenza di una misteriosa coesione tra i tre componenti dell’atomo (l’elettrone, il protone ed il neutrone) e scopriamo come questa forza di coesione faccia sì che gli atomi si attraggano tra di loro e che da ogni "matrimonio" di due di essi nasca una prima costruzione chiamata molecola, che si presenta come il mattone dell’edificio della realtà cosmica.

I matrimoni tra gli atomi formano le molecole; quelli tra le molecole costituiscono la vita primordiale: dal matrimonio tra realtà semplici nascono realtà sempre più complesse e perfette. E’ un movimento implacabile e continuo.

Seguimi con attenzione: questo fenomeno di complessità (detto anche ortogenesi), si attua per opera di una arcana e primaria forza che alcuni chiamano a (Alfa) la quale si manifesta quasi come una intelligenza o uno psichismo interno alla materia. Una specie di DNA cosmico che taluni scienziati chiamano VIS a TERGO (forza che spinge dall’interno della materia) e interagisce in maniera irrefrenabile, ubbidendo ad un programma prestabilito che conduce la realtà verso un punto d’arrivo chiamato anche Omega (W ).

Va subito detto che questa forza che spinge da dietro (VIS a TERGO) potrebbe essere una VIS anteriore, cioè una forza che non spinge da dietro o dal di dentro della realtà ma agisce al di fuori delle cose. Quasi come una calamita posta davanti alla costruzione cosmica della quale tutti noi siamo componenti e attratti….

Mi pare sia molto importante riflettere sull’essenza di questa Forza che ci forma, ci sostiene, ci conduce e ci attrae.

Da dove viene questa dinamica intelligente che chiamano a ? Verso dove è diretta? Che cosa potrà essere quel punto d’arrivo che chiamiamo W ?

E’ innegabile: c’è una Forza intelligente che spinge gli atomi a "sposarsi" e a generare molecole. La stessa "Energia intelligente" inclina le molecole a "sposarsi" e a generare creature viventi sempre più perfette fino ad arrivare al regno animale come lo conosciamo oggi.

Questa Forza non può essere che l’anima del cosmo di cui anche noi siamo parte!

E’ interessantissimo notare come questa Forza di coesione che unisce due realtà o due esseri per farne un terzo, nel regno animale attrae insieme per esempio le formiche per architettarne i formicai, le mucche e i tori per farne le mandrie. A livello animale, questa forza a è bruta, un semplice istinto di attrazione, una forza meccanica deterministica. Le formiche non scelgono di vivere insieme. Lo fanno e basta. Per noi della specie umana non c’è solo istinto di attrazione, c’è anche attrazione ma non solo attrazione. Noi siamo dotati di libertà, possiamo scegliere, possiamo dire si o no. Siamo sollecitati dall’attrazione. L’attrazione è disciplinata dalla libertà ma la libertà è orientata da una forza ancora più grande che solo la razza umana possiede: l’amore!

La stirpe umana fa un enorme salto di qualità: come gli altri esseri diventano materia animata; come gli altri animali siamo "animali bruti", sospinti dagli istinti, però abbiamo una marcia in più: abbiamo un mondo interiore (pensiero, fantasia, memoria, libertà, affettività, coscienza, volontà) che ci fa PERSONE!

Un Essere, questa Persona, che appare come la sintesi di tutta l’evoluzione, un Ens libero, spirituale, capace di pensare, scegliere, costruire, inventare, amare….

Il P. Teilhard De Chardin ha definito l’uomo il fiore sbocciato in cima allo stelo cosmico-molecolare 1); insomma, il fiore all’occhiello della creazione!

Il Cosmo si presenta come uno stelo o un albero che nel corso dell’evoluzione biologica si sacrifica continuamente per la fortuna del suo Fiore. Pensiamo alla miriade di specie vegetali e di razze animali che han fatto capolino nella realtà e poi sono scomparse cadendo nel nulla dopo essere stati anelli essenziali della catena cosmica! Rivisitiamo nel pensiero, per esempio i dinosauri, 60 milioni di anni fa…. Dove sono andati a finire? Sono serviti a qualcosa? Certamente fanno parte della catena cosmica, ma oggi non servono più…. Non ci sono più, sono caduti via (questo fenomeno si chiama entropia).

S. Paolo, nella lettera ai Romani ha affermato che il mondo è destinato a non aver senso (Rm 8,20) perché solo lo Spirito seminato nella materia dà significato al "gemito" perenne che sale dalla fatica (evoluzione) cosmica….

A noi interessa intuire l’essenza di questa Forza intelligente, di coesione, che si presenta bruta per la sua immane potenza ma appare ben finalizzata e sublime per la sua manifestazione ultima perché si esprime, allo stadio umano, come amore-simpatia, e in questo suo esprimersi dà significato alla persona umana.

Questa forza a non è una VIS a tergo che spinge da dietro o da dentro le cose ma una VIS Anteriore, una calamita che attrae a se le cose che crea e dovremmo dedurre che l’amore che sentiamo in noi e che ci orienta l’uno verso l’altro non sarà che il riverbero di quella attrazione eterna (Omega) che noi identifichiamo nella Causa di tutte le cose…

Allora la questione sta nella "Calamita", nell’Omega posto davanti a noi, del quale dobbiamo necessariamente farci una domanda cruciale: da dove viene; che cos’è? Chi è quest’Omega che attrae, che ci ha fatti e costituiti così assetati di amore?

Non può essere una cosa perché le cose sono masse che producono per elettromagnetismo una attrazione bruta, elettro meccanica. Dev’essere qualcosa di diverso dalle cose. Solo la persona è intelligente, è libera ed è capace di amare e ricevere amore: questo Ens onnisapiente, immensamente amorevole non può essere che la sorgente, la fonte dell’Amore...!

Dunque un immenso Amore, una sorgente d’amore creativo: un Amore personale che si comunica e ci attrae e si fa amare; un amante infinitamente amabile, causa e sostegno di ogni amore conosciuto dagli uomini; un amore sconfinato e senza limiti, causa ed effetto di tutte le cose. Quell’Amore che S. Paolo nella Bibbia canta così magistralmente:

Se parlo le lingue degli uomini

e anche quelle degli angeli,

ma non ho amore,

sono come un metallo che rimbomba,

uno strumento che suona a vuoto.

Se ho il dono d’essere profeta

e di conoscere tutti i misteri,

se possiedo tutta la scienza

e anche una fede da smuovere i monti,

ma non ho amore,

io non sono niente.

Se do ai poveri tutti i miei averi,

se offro il mio corpo alle fiamme,

ma non ho amore,

non mi serve a nulla.

Chi ama

è paziente e generoso.

Chi ama

non è invidioso,

non si vanta,

non si gonfia di orgoglio.

Chi ama

è rispettoso,

non cerca il proprio interesse,

non cede alla collera,

dimentica i torti.

Chi ama

non gode dell'ingiustizia,

la verità è la sua gioia.

Chi ama

tutto scusa,

di tutti ha fiducia,

tutto sopporta,

mai perde la speranza.

L'amore non tramonta mai:

cesserà il dono delle lingue,

la profezia passerà,

finirà il dono della scienza.

La scienza è imperfetta,

la profezia è limitata,

ma verrà ciò che è perfetto

ed esse svaniranno.

Quando ero bambino

parlavo da bambino,

come un bambino

pensavo e ragionavo.

Da quando sono un uomo

ho smesso di agire così.

Ora la nostra visione è confusa,

come in un antico specchio;

ma un giorno saremo faccia a faccia

dinanzi a Dio.

Ora lo conosco solo in parte,

ma un giorno lo conoscerò

come lui mi conosce.

Ecco dunque le tre cose che contano:

fede, speranza, amore.

Ma più grande di tutte è l'amore (1 Cor 13).

 

Poi venne Gesù

Alfa, nel pensiero del P. Teilhard de Chardin, è il simbolo di una potenza trascendente che, all'inizio, non ha nome né volto: forza creatrice, che viene prima della creazione ed è causa efficiente del Creato stesso.

Con la "pienezza dei tempi" accade un evento fondamentale e straordinario: l'incarnazione.

L'Alfa, Verbo di Dio, diventa creatura; si fa Persona umana senza perdere la sua realtà divina.

Iddio, in un momento opportuno della storia umana o antropogenesi, assume rapporti organici con il cosmo e si inserisce nella famiglia degli uomini diventando uno di noi.

Ecco la rilettura che Giovanni fa di questo evento, nell'esordio del suo Vangelo:

 

Al principio, c'era colui che è la Parola.

Egli era con Dio.

Egli era Dio.

Egli era il principio con Dio.

Per mezzo di lui Dio ha creato ogni cosa.

Senza di lui non ha creato nulla.

Egli era vita,

e la vita era luce per gli uomini.

Quella luce risplende nelle tenebre

e le tenebre non l'hanno vinta...

La luce vera,

Colui che illumina ogni uomo,

stava per venire al mondo.

Egli era (già) nel mondo,

il mondo è stato fatto per mezzo di lui,

ma i suoi non l'hanno accolto.

Alcuni però hanno creduto in lui.

A questi Dio ha fatto un dono:

di diventare figli di Dio…

Colui che è la Parola è diventato uomo

e ha vissuto in mezzo a noi uomini.

Noi abbiamo contemplato

il suo splendore divino.

E’ lo splendore del Figlio unico di Dio Padre,

pieno di grazia e verità (Gv 1)!

 

Nella sua prima lettera Giovani afferma ancora con esattezza:

<<La Parola che dà la vita esisteva fin da principio:

noi l’abbiamo udita, l’abbiamo vista con i nostri occhi, l’abbiamo contemplata, l’abbiamo toccata con le nostre mani.

La vita si è manifestata e noi l’abbiamo veduta. Siamo i suoi testimoni perciò ve ne parliamo. Vi annunziamo la Vita Eterna che era accanto a Dio Padre e che il Padre ci ha fatto conoscere…>> (1 Gv, 1-2)!

Appare chiaro, nelle ipotesi scientifiche e nella Rivelazione biblica che in Gesù, Dio e il cosmo si toccano: un rendez-vous, un incontro, voluto dal Creatore per rendere più agevole il cammino dell'umanità verso quel destino trascendente che è il paradiso (= vivere al cospetto di Dio).

Siccome questo moto ascensionale, suscitato dall'Alfa o Verbo e reso efficace dal Cristo Gesù, o Verbo incarnato, corrisponde al cammino del mondo verso la sua Causa (Omega), si giunge a intuire come l'Alfa dev’essere l'intelligenza, amore eterno, che sta all’origine del dinamismo di tutto il reale, verso Omega, sua sorgente. La stessa umanità appare come il fiotto più cristallino della Sorgente cosmica!

Il destino, il futuro di questo fiotto…, sarà dunque quello di spiritualizzarsi, purificarsi sempre più fino a santificarsi per unirsi al Verbo e raggiungere il terminale della umana avventura.

Questa "antropogenesi" o trasformazione della creatura nel suo Creatore; questa santificazione cui l’umanità è chiamata dalla Grazia di Dio è un viaggio davvero universale: verso Uno!

Omega, la Calamita che attrae a se, è l’Onnipotente, causa prima di questo amore " che muove il sole e le altre stelle " e si radica nel cuore umano.

San Paolo fin dall'inizio ha capito la dinamica della creazione e ci spiega come noi, vivificati e unificati dallo Spirito, frutto dell’amore perfetto tra Padre (Omega) e Figlio (Alfa), siamo in cammino verso la finale perfezione che è quella di "ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra " (Ef. 1,10).

Ora se Omega è sorgente di un amore che attrae a sé tutti per amore, risulterà necessariamente che questo Omega, amante-amabile, non potrà essere una forza bruta o una cosa fisica. Ripeto: non si può amare qualcosa; si ama sempre e soltanto qualcuno!. Omega è persona causa e termine dell’Amore; la persona per eccellenza, che chiamiamo con tanta semplicità "Dio". Un Dio che, nella notte dei tempi, con una lenta ma implacabile dinamica evolutiva (i sette giorni della Creazione) ha prodotto la realtà cosmica; un habitat fatto di galassie nel centro del quale vi ha seminato la psiche, lo spirito umano, affinché dalla materia scaturisse la persona " a sua immagine e somiglianza", e come tale restasse testimone o sentinella e voce del cosmo stesso….

Grazie alla forza Alfa l’uomo si innalza sulle altre creature fino a diventare la sentinella e la voce del cosmo.

Ma dentro di noi sentiamo una nostalgia di Altro…: il mondo non ci basta ed anche l’universo è troppo piccolo per la nostra sete di infinito. Abbiamo il desiderio di essere e di diventare "di più". La voglia di raggiungere… Dio! Ma ci rendiamo conto che da soli è impossibile? Tutti i tentativi di scalare i Cieli (il mitico Prometeo, i Titani, la Torre di Babele), da soli sono sempre miseramente falliti.

C’è bisogno di Qualcuno che ci dia una mano, che conosca la strada, che ci faccia salire nella sua "astronave", che ci faccia attraversare i "Cieli dei cieli"….

Maturata la " pienezza dei tempi ", dopo una preparazione, dalla nascita dell’uomo, fatta di milioni di anni, perfezionata dalla missione di profeti contrassegnati per la loro credibilità, da gesti straordinari, Dio manda sulla terra l'Unigenito; l' Alfa della creazione si fa uomo!

Questo Figlio è lo stesso Dio che assume il volto umano di Gesù di Nazaret. Tutto ciò perché, come dice il Concilio, Vaticano II, essendo " già arrivata a noi l'ultima fase dei tempi e la rinnovazione del mondo irrevocabilmente fissata ", l'umanità è giunta ad un punto cruciale e necessita di un aiuto straordinario per superare l'ultimo tratto della sua "trasformazione". Dice ancora il Concilio: " L'uomo non avrà il suo compimento se non nella gloria del cielo, quando verrà la restaurazione di tutte le cose; ora la promessa restaurazione è già cominciata con Cristo, portata innanzi con l'invio dello Spirito santo e per mezzo di lui continua nella Chiesa". 2)

Un cantore medioevale della carità ha espresso qualcosa di veramente originale sull’Amore: si tratta di S. Bernardo abate e dottore della Chiesa, nato a Digione, in Francia, nel 1090. Ai suoi monaci cistercensi spiegava: <<L’amore basta di per sé, esso piace per sé e a motivo di sé. Esso è a se stesso merito e premio. L'amore al di là di sé non ricerca la causa né il frutto: il suo frutto è il suo esercizio. Amo perché amo; amo per amare.

Grande cosa è l'amore, se però ritorna al suo principio, se riportato alla sua origine, riversato nella propria fonte, attinge sempre di là donde interamente scaturisce.

Fra tutti gli impulsi, le sensazioni, i sentimenti dell'anima, l'amore è il solo nel quale la creatura può, benché non alla pari, rispondere al Creatore, o rendere in eguale misura il reciproco contraccambio verso un proprio simile.

Infatti quando Dio ama non vuole altro che essere amato: come colui che non per altro fine ama, se non per essere amato, sapendo che nello stesso amore sono beati quelli che lo amano.

L'amore dello sposo, anzi lo Sposo-amore ricerca solo il contraccambio e la fedeltà dell'amore. Sia perciò concesso all'amata di corrispondere all'amore. Perché non amerebbe la sposa, e la sposa dell'Amore? Perché non sarebbe amato l'Amore?

Meritamente rinunciando a tutti gli altri affetti, attende totalmente ad un solo amore, colei che ha di che rispondere allo stesso amore restituendo amore. Invero e quand’anche si donasse tutta quanta all'amore, che cosa sarebbe ciò a paragone del perenne flusso di quella fonte?

Non si effondono affatto con ugual abbondanza l'amante e l’Amore, l’anima e il Verbo, la sposa e lo Sposo, il Creatore e la creatura, non altrimenti che l'assetato e la fonte.

E allora? Andrà perduto per questo, e sarà del tutto annullato il desiderio di chi sta per sposarsi, la brama di chi spasima, l'ardore dell'amante, la fiducia di chi fa progetti, perché non è capace di correre alla pari con un gigante, di competere in dolcezza col miele, in mitezza con l’agnello, in candore col giglio, in carità con colui che è la Carità?

No. Anche se la creatura ama di meno, poiché è inferiore, tuttavia se ama con tutta se stessa, non manca nulla dove c’è tutto. Per la qual cosa amare così vuol dire essere diventata sposa, poiché non si può amare così e non essere abbastanza amata dal momento che il completo e perfetto connubio sta nel consenso di due.

A meno che qualcuno ponga in dubbio che l’anima sia già stata amata prima e in maggior misura dal Verbo>>. 3)

NOTE

  1. P. Pierre Teilhard de Chardin, gesuita, scienziato della metà del sec. XX, poeta della natura e del cosmo, è figura eminente nel dibattito "Scienza e Fede". Le sue opere notevoli: "L’energia cosmica", "Il fenomeno Umano", "L’ambiente divino".
  2. Costituzione sulla Chiesa n. 48, Conc. Vat. II.

3) Bernardo da Chiaravalle, Discorso sul Cantico dei Cantici, 83,4 – 6.

 
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