cap 7

L’AMORE SENZA AMORE

Proprio mentre scrivo in questa ultima e calda estate del millennio mi arriva tra le mani un libro fresco di stampa (1) che inizia spiegando perché i giovani di fine ventesimo secolo, per le loro vacanze scelgono una località turistica piuttosto di un’altra.

Nella selezione dei centri di vacanze - vi si legge - i ragazzi preferiscono i luoghi "affettivamente caldi" cioè quelli in cui è massima l’offerta di avventure amorose….

D’estate l’alto gradimento è per i siti di sogno: mare blu, bel cielo, ma soprattutto dove sono maggiormente possibili i giochi d’intimità, gli innamoramenti fugaci, il "touch and go" degli amorucoli senza responsabilità e conseguenze addebitabili…

Così la penserebbe l’80% dei giovani e degli adolescenti d’Italia per i quali le vacanze servirebbero per ampliare il carnet di prestazioni ed esperienze….

L’indagine è prodotta dalla Iard (Istituto di rilevamento demoscopico) su un rispettabile campione di giovani che vanno dai 18 ai 30 anni di età. Si tratta di ragazzi che dicono di avere come fonti di informazione e di formazione della loro sessualità e affettività, per ¾ la combriccola degli amici; uno su 14 la scuola; uno su 5 la Chiesa; uno su 4 le riviste pornografiche e la TV. L’80% direbbe di non tener in alcun conto le norme morali insegnate dalla Chiesa e 1/3 di essi si sottrarrebbe ai concetti di giusto o sbagliato, peccato o no, circa il comportamento sessuale che tiene.

Il 55% dei maschi di 19 anni si dichiara non più vergine contro il 42% delle femmine, mentre l’80% dei maschi e il 67% delle femmine ritiene la masturbazione come una legittima manifestazione della propria sessualità, come a dire un lecito "fai da te" dell’amore.

Se è così, le considerazioni da trarre sono molto semplici: gran parte dei ragazzi d’oggi si è gettata alle spalle la fede e la morale che ne deriva. Sono giovani senza più l’aureo "Sacro timor di Dio"; sono simili ai ragazzi della Roma del basso impero: sono gli epicurei di oggi; identici ai greci, ai pagani antichi, che con una morale sessuale nulla mai ebbero da spartire.

I "senza Dio" (cioè senza le regole della religiosità) se lo possono forse permettere, ma a costo di quali risultati? Gioia, fedeltà coniugale, famiglia…, come va?

Vedi ragazzo: noi siamo cristiani; la nostra morale non si fonda su remote o pregiudizi religiosi: semplicemente essa non sale dalle suggestioni della terra…. Nel Vangelo di Giovanni, l’Apostolo riporta queste parole del Battista: "Colui che viene dall’Alto è al di sopra di tutti ma chi viene dalla terra appartiene alla terra e parla dalla terra…" (Gv.3,31)

Ubi Caritas, ibi Amor

E’ risaputo, ce lo dice l’esperienza: che se togliamo di mezzo Dio, l’amore doc non riesce più….

Non solo per l’asserto che "Dio è amore, e lo è davvero". Rivediti il capitolo 13° di Paolo ai Corinti…; ma l’uomo, da solo, che cos’è? Utopia di se stesso?!

Solo in Dio l’uomo scopre la dignità del suo mistero, di essere il vertice cosciente e libero del creato e di essere non solo da Ciò che sta all’origine del dinamismo di tutto il reale, ma di essere Persona fatta ad immagine e somiglianza del Creatore! ", chiamato ad essere per amore, figlio adottivo nel Figlio di Dio" (S. Agostino).

Chi insegna diversamente, chi prende le distanze da Dio, si annienta. Si rifletta: l’uomo non c’era e ora c’è, domani non sarà più…; dunque dipende.

O dipende dal flusso dei suoi antecedenti biologici e storici e allora sarà schiavo del potere; o dipende da Ciò che sta all’origine del dinamismo del reale… e allora entra in un progetto partorito proprio per lui fin dall’eternità….

Davvero è misero chi cerca pretesti per catalogare l’uomo come "figlio del caso o della necessità" (Monoo) e per accusare il cristianesimo di repressività nei confronti dell’amore, per la visione elevata e sublime che ne ha.

Uno dei paladini storici di queste freneticazioni fu quel poveraccio di Nietzsche, che morirà pazzo e che oggi ha ancora seguito, specie tra gli studentelli inclini ad appassionarsi dei deliri degli istrioni.

Anche Sigmund Freud, Hegel, Carl Marx, Rousseau e altri del debole pensiero moderno hanno la loro parte di responsabilità nella dissacrazione dell’amore umano, perpetuato minando il valore di una appartenenza, sostituendola con l’annuncio di una libertà che equivale alla non adesione al Padre della Vita.

Da quel momento il concetto di Amore ha cessato di essere dono. Ecco perché F. Nietzsche, nel suo Anticristo potrà scrivere: <<Il cristianesimo ha fatto bere ad Eros la coppa del veleno, limitandolo con il peccato. Ma Eros non è morto, è esploso in vizio>>. Vale a dire, l’amore è morto per lasciar spazio ad altri poveri surrogati.

Per il fatto che il cristianesimo ha una visione oblativa della sessualità umana che chiama "esperienza agape" e non solo eros, questa ultima cultura si permette l’accusa: la Chiesa reprime la sessualità, la religione crea i tabù...

I cristiani sono così accusati perché credono che Dio è Amore e che l’Amore discenda da Lui e accolgono il Magistero del Signore che insegna la strada che realizza la persona umana: l’amore totale di un uomo per una sola donna e viceversa e per i loro figli…. e dichiara erroneo l’autoerotismo, l’omosessualità e la fornicazione in genere…

Se vogliamo la storia di questo pensiero anticristiano moderno arriva da molto più lontano.

Gli epicurei - siamo nella Roma Antica – per quanto raffinata fosse la loro dottrina, avevano come slogan il detto "Quorum Deus venter est": la pancia con i suoi attributi era il loro Dio.

Lorenzo il Magnifico ratificherà il concetto in maniera più delicata: "di doman non c’è certezza, chi vuol essere lieto sia!"

Nel paganesimo la donna – perché è la donna il termometro della moralità sessuale e non solo – era tratteggiata in due figure esemplari: mater o meretrix.

Matrona, la "mater" dei giovani guerrieri.

Meretrice, la protagonista dei postriboli per il riposo del soldato che torna dalle Gallie…

Il paganesimo, come il laicismo, non è riuscito ad amalgamare e capire i valori della nostra sessualità, tant’è che la donna è rimasta o amante per soddisfazione erotica, o madre, donna del focolare per l’amicizia umana o filìa.

La visione cristiana è proprio un’altra cosa.

La donna non è più "Madre dei figli" o meretrice ma Sponsa oppure Soror: sposa o sorella!

E quando la donna cade e pecca, è come quando soccombe il maschio. Diventa "peccatrix" e basta; come per l’uomo il suo stato di bassezza può essere capovolto da un atto di volontà umana e di Grazia divina, così che la prostituta Maddalena diventa la più famosa delle donne salite sugli altari!

Il cristianesimo non ha braccato né avvelenato la sessualità. L’ha capita, quindi ha aiutato l’eros a completarsi nell’armonia della sessualità umana.

Il cristianesimo traduce agàpe la cena del Signore; usa la stessa terminologia per l’amore umano, anche se i contemporanei di Gesù ne restano stupiti.

In Matteo, quando Gesù spiegherà che "all’inizio non era così" e che una donna non si può ripudiare… i discepoli alzarono le spalle e se ne andarono sbuffando: "Ma se è così è meglio non sposarsi"….(Mt.19,10)

A questo punto Gesù coglierà la palla al balzo per spiegare addirittura il valore di una virtù oggi poco conosciuta: la verginità.

La mentalità laicista insegna diversamente perché è chiusa, egoista ed anche anacronistica, cioè a-scientifica.

Non ha capito la spiritualità dell’amore! Non coglie lo stesso senso evolutivo della realtà cosmica che viaggia verso una spiritualità sempre più perfetta, planetaria ed ultraterrena, come abbiamo colto nel 2° capitolo.

D’altra parte –chiedo venia se questo concetto l’ho già espresso – se si toglie l’influsso moderatore del cristianesimo, l’istinto sessuale si prende tutta la sua preponderanza e brutalità, in senso contrario al phylum evolutivo.

Davvero ci abbasserebbe al livello animale.

Anzi, ci lascerebbe meno liberi.

Abbiamo detto che presso l’animale l’istinto è regolato dal ritmo cosmico, cosicché la cagna alza la coda per il rapporto sessuale solo ogni sei mesi e negli altri periodi non c’è niente da fare.

Per l’uomo non è così. L’istinto si scatena sempre e senza remore se non quelle della coscienza. L’istinto va guidato dalla ragione e la ragione va illuminata dalla fede.

E’ il Signore Gesù che ci illumina la coscienza, salva la sessualità e la donna stessa.

La nobilita fino a servirsi dell’utero di una di esse, la Vergine Maria, per mettersi nei panni dell’uomo.

E nell’insegnamento del cristianesimo che è rivelata la virtù della sessualità umana, ne sono definiti i contorni e la vera essenza.

 

 

 

(1) Carlo Buzzi – "Giovani, affettività, Sessualità" – Il Mulino, 1998.

 
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