cap 10

AMA E FA CIO’ CHE VUOI (S.Agostino)

 

Ragazzo, Ragazza carissima,

dopo aver compiuto insieme un volo sulla storia degli uomini con l’amore; dopo aver imparato a conoscere noi stessi un po’ di più, dopo aver conosciuto qualcosa degli insegnamenti del Maestro dell’Amore che è Gesù, è arrivato il momento di lasciarci.

Abbiamo fugacemente rivisitato, in una carrellata millenaria, il difficile ma sublime cammino dell’Amore umano; abbiamo riflettuto sulla gioia e la fatica dell’amare, sui sentimenti e sulla volontà, sui limiti, sulla Grazia e soprattutto sul fatto che "esistiamo soltanto perché siamo stati amati "1). Tuttavia una domanda ce la possiamo porre: sia pur così, ma perché impegnarsi tanto?

Ti rispondo subito con una frase del grande Michelangelo: "L’amore è l’ala che Dio ha dato all’uomo per salire fino a Lui". Merita impegnarsi; non si può volare senza ali!

Quasi sicuramente conoscerai quella canzone di Marco Ferradini che dice: "senza l’amore, un uomo che cos’è?"

Non ho trovato, fino ad oggi, una persona che mi abbia dato una risposta soddisfacente! E dire che in tanti anni della mia vita, di gioventù ne ho vista molta!

Per questo insisto ancora in quest’ultima pagina su quanto la Chiesa ci insegna: il mondo intorno a noi tenta di convincerci del contrario, ma quante sono, in fondo, le persone che ha fatto davvero felici?

Molte volte può sembrare difficile seguire i consigli che Gesù ci ha lasciato… ma non di rado pensiamo ciò quando ci sentiamo soli. Se invece intorno a noi abbiamo degli amici che ci fanno vivere la sincerità con il nostro ragazzo o la nostra ragazza, non ci sarà difficile vivere un rapporto d’affetto trasparente e gratificante.

Se ho, per esempio, un amico sacerdote, che è davvero un silenzioso "esperto d’umanità" e d’amore, allora imparo di sicuro a gustare l’amore… e soprattutto scopro, scopriamo, di non essere soli nel "gurgite vasto" della vita: non siamo i rari nantes in gurgite vasto… (Catilina) naviganti solitari nell’immensità del mare della vita.

Gesù ha detto: "prendete il mio giogo…, il mio giogo è dolce e soave è il mio carico leggero".

Solo se accogliamo questo suo "carico", fatto di stimoli che equivalgono a carezze, o di ringhiere, che con la dolcezza dei Comandamenti assomigliano piuttosto a guide di velluto dove passa il figlio del re e lo preserva da un salto nel gurgite del nulla…; solo se lo portiamo fino in fondo, questo suo dolce "giogo" scopriremo, con la gioia del vivere quotidiano, che è proprio così!

Buon viaggio, ragazzo! Sii felice dolcissima fanciulla!

Ama, amate l’Amore per tutta la vita!

 

 

  1. Tean Daniélan, La Trinité et le mystere de l’existence.

 

 
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