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Editoriale, di Paolo Gariglio
E' necessario che gli scandali avvengano

Cari Giovani Amici,  poteva "Il Vento" attraversare  con tranquilla indifferenza  la nube nera del vulcano  chiamato " nella Chiesa  Cattolica"? "No!" mi rispondereste.
"No, perché dire amore ai fanciulli  e ai giovani che vengono abusati ci  fa ribollire le vene; no, perché non  da pace alle centinaia di migliaia  di Sacerdoti che ad ogni latitudine  bruciano la propria vita a protezione,  cura, salvezza dell'infanzia  e dell'adolescenza insidiata da  questo mondo senz'anima che i  piccoli, se può, li uccide nel grembo  materno o li sottomette mediante  l'immoralità insegnata dai  suoi media o praticata nel turismo  sessuale!"  A questo punto poco importa se il  vulcano ha buttato fuori  i suoi primi lapilli per attribuirli  alla nostra Santa Madre Ecclesia.
Va anche bene così, perché quei lapilli,  a ben pensare, possono essere  proprio suoi… cioè nostri.
Ora però si rende necessario che  fuoriesca pure il magma dell'orrendo  vulcano. Esca tutto!  Solo così vedremo da dove viene  tanto orrore e chi sono gli artefici  del crimen.
Avete notato che per due volte ho  scritto la parola pedofilia in neretto,  essendo essa l'aggettivo qualificativo  voluto per indicare l'orrendo  scandalo di "abuso sessuale dei  minori"?  L'ho fatto solo perché è bello chiamare  le cose con il proprio nome,  santo cielo!  Allora si scopre che pedofilia non  è il nome giusto perché il termine  greco philia significa 'amore, amicizia'  (dizionario Garzanti) e quando  si abusa di un fanciullo non si  dona affatto amicizia o amore.
Questo vi spiega come mai la benevolenza  verso i cani o i cavalli  ecc., si dica cinofilia o hippofilia…  Invece chi fa del male o non ama,  si indica con il prefisso 'miso-',  dal greco mîsos 'odio': se vuoi male  alle donne sei un misogino e se  lo vuoi ai fanciulli sei un misopedo  e se abusi un giovane sei un  pederasta.
Finita l'explicatio terminorum, se mi      riuscirà cercherò di non usare più  il termine pedofilo per evitare di  confondere l'amore ai fanciulli di  un genitore o di un educatore con  l'odio di un orco.
IL PRETE E LA PATERNITA'  Il prete. Ne abbiamo parlato abbondantemente  negli ultimi numeri  de Il Vento. Soprattutto sotto  il profilo teologico, ma tutto ciò  non è sufficiente per conoscerlo…  Bisogna avvicinarsi molto di più  alla sua persona se ci si vuol raccapezzare  perché il sacerdote è un  uomo che ha taluni aspetti che trascendono  l'immaginario.
Lasciamo la teoria ai sociologi come  il Prof. Andreoli e avviciniamoci  con chi si è avvicinato così  tanto da diventare poi prete anche      ui…! Com'è accaduto proprio a  me.
Ecco: avvicinandomi, il primo prete  che ho incontrato è stato il mio  Parroco, don Vincenzo Serra. Mi  ha quasi preso subito in consegna.
Strada facendo è riuscito a levigare  la mia adolescenza disperata  con il "dulciter et fortiter" bastone e  carota, ed io gioivo nel sentirmi da  lui amato fino al punto da non replicare  alle sue secche legnate le  quali, per quanto fossero metaforiche,  erano pur sempre dolorose.
Il secondo è stato il canonico  Giovanni Battista Bosso,  l'Assistente diocesano dell'Azione  Cattolica, di Torino, anni 1945-  1960. Era un personaggio. Lui mi  bilanciava i niet con un invito a bere  un "tamarindo fresco", nella intimità  della saletta della sua casa,        alla Confraternita di San Lorenzo,  in via Palazzo di Città. Lo amavo  perché sentivo che lui mi voleva  bene.
Ora penso al mio Padre Spirituale,  il Gesuita Gabriele Navone. Lo incontrai  agli Esercizi Spirituali  quand'ero quindicenne. Mi accompagnò  in tanti modi; nei suoi  ultimi dieci anni, vecchissimo, mi  scriveva due volte al mese da  Cuneo, con l'intento di corredarmi  di notizie e consigli pastorali. Mi  volle molto bene per quarantacinque  anni, fin che morì.
E i Padri Barnabiti del "Real  Collegio Carlo Alberto" di  Moncalieri, dove ho strappato la  maturità classica per poter entrare  in Seminario e lasciare il volo (ero  pilota), dove di classico e d'umanistico  non avevo imparato gran-      ché? Il Preside Padre Carfora mi  dava pure lezioni private di greco  perché mi maturassi e alla prima  disperante versione che ottenne la  sufficienza aveva le lacrime agli  occhi dalla contentezza: quella  volta, lo ricordo bene, mi abbracciò  e mi baciò! Pensate! Vera  Pedofilia secondo il senso etimologico  del termine.
Erano uomini che sapevano ascoltare  le ansie delle anime inquiete  dei loro giovani e condurle con  mano ferma. Parlare con loro e  sentirsi amati era un tutt'uno.
Li chiamavi padri senza difficoltà  perché padri lo erano a tutto tondo;  per il credente che da loro confessava  anche i suoi peccati e sapeva  bene dove quelle sue cose andavano  a finire: in fondo al loro cuore  per trasformarsi in preghiera al  Dio di ogni misericordia affinché  salvi quell'amato figlio…  Per il miscredente: si, erano padri  soprattutto per le ragazze e i ragazzi  più ribelli. Quelli che non  andavano a confessarsi da loro (da  nessuno andavano!) perché già      sentivano che un giorno avrebbero  abbracciato la bandiera dell'anticlericalismo.
Oggi, adulti e disincantati dal tramonto  delle ideologie, quei loro  preti che pur avevano combattuto  sono vivissimi nel fondo della loro  anima e saltano fuori con affetto  ad ogni rimpatriata.
Lì, si vede come sotto sotto ci fu  sempre una grande, grandissima  storia d'amore.
Vedete perché non è possibile capire  il prete a prima vista?  E' più facile pensarci male quando  lo vedi al buio di una tarda sera  che passeggia in su e in giù nel  cortile dell'oratorio ora con questo  e poi con quella, loro due soli.
Oppure ai Campi Alpini o in riva  al mare seduto su una pietra levigata  a parlare, ancora nell'ombra,  con lei o con lui solamente. E non  ti riesce di capire che cosa si dicano  quei due. Che fanno?  Solo Dio lo sa, oltre che loro due?  Ma no, lo sanno tutti che quelle  confidenze sono lo scambio dei  crucci della gioventù, con il balsa    perdono!  Vedete, il prete è sì un educatore,  ma non è come l'insegnante di lettere  o di filosofia. E' un educatore  sui generis, perché è un Padre. O  anche una Madre! Che fa quel che  fa il padre e la madre…  Ecco qui la ragione per cui il peccato  e il crimine che commette il  prete che si lascia sedurre dalla  carne è una colpa terrificante.
Sarà anche per questo che una tal  notizia è fortemente scandalosa.
Corrisponde al peccato o al delitto  d'incesto!  Come quando accade in una  famiglia… dove è il nonno o lo  zio, il padre o la madre che abusa  sessualmente del povero figliolo!  Purtroppo questi peccati  di famiglia superano il 90% della  totalità dei casi, dicono le statistiche  Cesnur e altre prestigiose indagini.
Sì, se volete giudicare un prete dovete  possedere non solo la virtù  della cautela ma anche la saggezza  cristiana.
"GUAI AL MONDO!"  Va subito detto che l'abuso sessuale  dei fanciulli ha una storia  lunga nel claudicante cammino  dell'umanità.
Addirittura questo abuso è stato  esaltato da buona parte dei filosofi  greci quando iniziarono (proprio  loro!) a storpiare il nome chiamando  pedofilia la loro misopedia.
Dovevano pur giustificarsi:  loro gli allievi li amavano…!  Ma anche nel nostro tempo post  moderno è accaduto (e accade) così,  incominciando dal fatidico anno  1968. Allora la misopedia tornò  a diventare pedofilia. Di pederastia  non si parlò più perché era  una parola urticante.
Se volete le prove andate a sfogliare  l'Opera Omnia pubblicata da  Laterza (Milano) nel 1969, che porta  il titolo "La cultura degli  Hippy". Scorrendo l'indice troverete  alcuni titoli di articoli molto  interessanti come: In difesa dell'oscenità,  Applauso all'orgia, Il sesso è  tuo, liberalo!, Lotta dura contro natu-    ra, Né maestro né Dio: Dio sono Io.
Poco tempo dopo il quotidiano  della sinistra francese Liberation  pubblicò un famoso manifesto firmato  dagli epigoni della cultura  del tempo come Jean Paule Sartre,  Jack Lang, Simone de Beauvoir,  Michel Foucault in difesa della libertà  sessuale, con richiesta di  programmi scolastici che prevedevano  l'insegnamento sessuale tecnico  fin dai fanciulli. Anche negli  Asili (Il Foglio, 25 Marzo 2010). E  soprattutto esigevano la liberalizzazione  della pedofilia e la sua depenalizzazione,  proprio come il  recente P.N.D.V. olandese di Ad  Van den Berg che propugna il  Partito dei pedofili sotto l'egida di  Carità, Libertà e Diversità…  Alcuni leader di questa cultura  siedono in parlamento europeo.
Uno di questi è Daniel Cohen-  Bendit che in un suo libro narrò le  sue esperienze sessuali con bambini.
Contemporaneamente in  Italia, sponsorizzato dai Radicali  nasce il F.U.O.R.I. con lo scopo  avanti citato. Fa testo Mario Mieli  in un opera edita per i tipi dell'austera  Editrice Einaudi che esalta il  sesso libero e condanna l'antropologia  cristiana (Corriere della Sera,  19 Aprile 2010).
L'ULTIMA BEATITUDINE!  Non avete mai pensato, cari  Amici lettori, che il linciaggio  mediatico che subisce così crudelmente  la Chiesa Cattolica potrebbe  pure essere motivo di perfetta letizia?  Rallegriamoci! Si, rallegriamoci ed  esultiamo in esso (il linciaggio)  perché si riferisce proprio all'ultima  beatitudine del Signore, che  proclama:  "Beati (cioè, felici!) i perseguitati per  la giustizia perché di Essi è il Regno  dei Cieli!".
Le vergognose accuse, meritate o  non meritate che siano ci spingano  al pentimento. E alla penitenza e  alla riparazione, soprattutto per le  amate vittime, verso le quali il debito  non sarà mai estinto in questo  mondo.
Tutto ciò che ci sta accadendo è un  valido aiuto ad abbandonare diverse  delle nostre sicurezze perché  sono umane e non divine.
E sono pure un invito a tornare ad  una esistenza sobria e trasparente,  coniata nella preghiera,  nell'Eucarestia, nel Sacramento  del perdono e sulla Parola di  Dio…  Riflettiamo bene sul Messaggio  senza sconti del Santo Padre  Benedetto XVI: "Bisogna agire subito. Affrontare e debellare questi terribili  eventi che hanno avuto conseguenze  tanto tragiche per la vita delle  vittime, delle loro famiglie e hanno  oscurato la luce del Vangelo ad un  punto tale da superare i secoli della  grande persecuzione" (Lettera ai  Cattolici d'Irlanda n. 4).
Rallegriamoci dunque, ma anche  piangiamo per alcuni dei nostri  padri i quali, dimentichi delle loro  responsabilità, hanno inflitto tanto  male ad innocenti che, sicuri e fiduciosi,  posavano il capo sul loro  petto.
Rallegriamoci supplicando il  Signore che non cessi di elargirci  la Sua Misericordia e darci la forza  di svincolarci dalle cose di questo  mondo che ci inquietano e ci allontanano  da Lui.
Solo così riusciremo a comprendere  l'emblematica Parola del  Signore quando ci disse: oportet  scandala eveniant (Lc 17,1).


don Paolo Gariglio 


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