LA DIFFICOLTÀ DI CREDERE CHE GESÙ É VIVO

  Scrivere ciò che avete letto fino ad ora non è stato facile. Non è stato facile cercare un discorso "oggettivo" che vada bene a tutti. Non è stato facile "nascondere" ciò che umilmente abbiamo nel cuore da raccontare: di parlare di ciò che abbiamo scoperto e scopriamo ogni giorno riguardo a Gesù. Una storia millenaria, fatta di racconti, di fa scienza", ma che senza la fede rimarrebbe la storia di un "buono qualsiasi", non di Dio incarnato e portato in grembo da un "meno di trasporto" del tutto eccezionale: Maria.

Così abbiamo pensato, che per dire ciò, pur con tante difficoltà e mille prove che ogni giorno incontriamo, abbiamo trovato una lettera che in poche parole esprime il nostro pensiero (pur se in piccola ed in minima parte, ma ugualmente esaustivo), di don Antonio Bello, vescovo in Puglia vissuto come povero tra i poveri, e che ha "speso" la vita per far conoscere e portare la pace (il titolo del volume è “Alla finestra la speranza" ed. Paoline), e che a noi è piaciuto per il modo semplice ma di "fuoco" del suo parlar chiaro (cosa rara) in prosa ed in poesia.

"Sono terribilmente indeciso sul tono da dare al mio augurio...". Si diventa aridi o quando si hanno troppe cose da dire, o quando se ne hanno troppo poche. Io ne avrei tante, ma non trovo le parole. Vorrei parlarvi a lungo di tombe vuote, come grembi materni dopo il parto. Di macigni che rotolano dall'imboccatura dei sepolcri, liberandone la preda. Di pianti accorati di donne che cercano tra i morti il vivente. Ma ho l'impressione che mi attarderei in pezzi di bravura letteraria.

Vorrei parlarvi a lungo di primavere che irrompono, come segni di tempi interiori o di stagioni spirituali fiorenti sotto l'uno della grazia. Di fiumi d'erba calpestate dai sandali di Maddalene premurose. Di albe incantate che mutano in danza il lamento degli uomini. Ma forse spiazzerei chi non crede che la poesia è l'anima più vera della realtà. Vorrei parlarvi a lungo di lui, risorto con le stigmate del dolore. Di schiavitù sconfitte. Di catene rotte. Di lacrime asciugate. Di abissi inebrianti di libertà, verso cui precipita, dopo quel mattino, la nostra vicenda personale. Ma forse resterebbero fuori gioco coloro che non credono alla Risurrezione come alla peripezia decisiva di tutta la storia.

E allora, come formulerò un "augurio pasquale" buono per tutti e accettabile anche dai tanti Tommaso che oggi non credono più?

Come tradurrò in termini nuovi un annuncio di liberazione io, successore di quei "discepoli" che potevano dire: "Noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti"?

Ecco, forse solo con una preghiera.

Aiutaci, o Signore, a portare avanti nel mondo e dentro di noi la tua risurrezione.

Donaci la forza di frantumare tutte le tombe in cui la prepotenza, l'ingiustizia, la ricchezza, l'egoismo, il peccato, la solitudine, la malattia, il tradimento, la miseria, l'indifferenza, hanno murato gli uomini vivi.

Metti una grande speranza nel cuore degli uomini, specialmente di chi piange.

Concedi, a chi non crede in te, di comprendere che la tua Pasqua è l'unica forza della storia perennemente eversiva.

E poi, finalmente, o Signore, restituisci anche a noi, tuoi credenti, alla nostra condizione di uomini.

Oggi giorno chiediamo sempre più prove dell'esistenza di Gesù, giustissimo, ma ciò che poi conta: il suo messaggio, il suo essere vero il suo esistere, il suo amarci ? Si dice sempre che bisogna ricercarlo in noi stessi e fra gli ultimi, a proposito, a ciò ricorre una frase sempre di don Antonio Bello (che si faceva chiamare don Tonino): "Buon Nata/e, fratello mio Gesù, che oltre a vivere e regnare per tutti i secoli dei secoli, muori e sei disprezzato, minuto per minuto, su tutta la faccia della terra, nella vita sfigurata degli ultimi". Come la mettiamo ?

Insomma Gesù è una persona scomoda, è come se oggi di lui si dicesse in manifestini e giornali:


WANTED GESÙ CRISTO

altrimenti detto: Messia, Figlio dl Dio, Re del Re,

Signore dei signori, Principe della pace,...

Famoso capo dl un movimento clandestino di liberazione.

Ricercato per le seguenti colpe:

· Aver interferito coi potenti;

· Aver frequentato noti criminali radicali, sovversivi, prostitute, gente dl strada, extracomunitari, relitti della società,...;

Caratteristiche : tipico hippie, capelli e barba lunghi, maglietta e jeans, sandali. SI aggira nei quartieri bassi, pochi amici ricchi, 'spesso se la svigna nel deserto.

Attenzione: il suo messaggio rivoluzionario è particolarmente pericoloso per i giovani.

Costui prende gli uomini e dice dl renderli liberi.

Avviso: è ancora in libertà.

Ricompensa: 30 denari.

Vi sembra tanto uno scherzo ? ? ?


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