Gabriele

 
 

Le cose andarono così !

A 5 mesi dalla storia di Gabriele rompiamo il nostro silenzio
 
 Durante tutto questo tempo IL VENTO non ha voluto parlare di questo dramma se non con un trafiletto in rubrica. 
Io ne avevo il diritto anche perché i genitori di Gabriele, chiamati con gli pseudonomi Luca e Sandra sono due ragazzi della comunità di cui sono pastore e che è un po' la culla de Il Vento e un grosso centro di spiritualità giovanile della FIES. 
L'occasione me la danno, oltre che lo spegnimento delle luci dei media di tutto il mondo... due toccanti  avvenimenti. 
Il 22 aprile il Santo Padre ha incontrato gli stupendi genitori di Gabriele con i genitori di Mau-rizio, Germana e Pasquale. 
Il 1° maggio don Mariano Lovato, delegato FIES del triveneto è stato mio ospite con 100 animatori, in occasione del pellegrinaggio alla Sindone. 
Ha voluto fare incontrare i suoi giovani con Sandra e Luca organizzando una mattinata di preghiera. 
Sandra e Luca hanno accettato, per la prima volta, di presentarsi in pubblico e di parlare con i ragazzi di don Mariano e con i miei animatori. E' stata una mattinata straordinaria. Straordinaria anche la concessione fattami, su mia insistenza, di pubblicare i loro volti: cioé la foto che li ritrae commossi con il Santo Padre. 
Desidero rivisitare con voi, cari lettori, le ultime tappe di una storia che, sbocciata nella nostra comunità, ha involontariamente finito di commuovere mezzo mondo: la storia di Gabriele. 
Il protagonista ignaro è un fanciullo che vivrà due settimane, i genitori due ragazzi cristiani cresciuti nelle esperienze di spiritualità della comunità parrocchiale e sono attualmente impegnati nell'oratorio. 
Gabriele nasce mercoledì 14 gennaio '98 nel silenzio narrato da Luca per la nascita di Gesù. 
Un silenzio fecondato da lacrime e dolore perché la coppia, con alcuni amici intimi come i sacerdoti, sapeva che il bimbo in gestazione era gravemente menomato di anencefalia! 
I genitori, appresa la cosa fin dalla fine di luglio chiesero aiuto al Signore e si determinarono, in perfetta libertà, di portare avanti la gravidanza. Invocarono anche la preghiera e la benedizione del Santo Padre la quale giunse il 27 agosto '97, giorno "dalle tante lacrime per un figlio", versate da Monica, madre di S. Agostino: quel giorno era giusto la festa di S. Monica. 
Venerdì 17 gennaio, il silenzio della gravidanza e del parto si rompe con il telegiornale delle 13,30 che da notizia di "un bimbo nato per donare i suoi organi..."! 
L'evento televisivo era stato generato da una inconsulta conferenza stampa indetta da alcuni clinici dell'ospedale Regina Margherita...! 
Resto sconvolto e con me ancor più i genitori del neonato, ma ormai l'input era partito. Il polverone dei media si solleva violento: papà e mamma di Gabriele mi chiedono vicinanza e protezione e mi pregano, di parlare in loro vece e si nascondono agli assalti dei pubblicisti. Accetto questo servizio, mio malgrado. 
Consultati teologi della Curia e d'accordo con i genitori compilo la scaletta degli eventi e la leggo durante la S. Messa delle ore 11,15 di domenica 25 gennaio u.s. 
Evito così qualsiasi intervista ottenendo il risultato di rimettere sui giusti binari tutta la drammatica storia che era e doveva essere semplicemente una storia d'amore per la vita da viversi nell'intimità di una famiglia cristiana. 
Mercoledì 28 Gennaio Gabriele è clinicamente morto. I genitori mi raggiungono a Chateau Beaulard dove sto guidando alcuni Esercizi Spirituali per i ragazzi della Comunità Nikodemo, i ragazzi con i quali mi cimento per aiutarli ad uscire dalla droga, e che nella loro Scuola Grafica stampano il vento. 
Luca e Sandra vogliono trascorrere la "notte del Getzemani" nella familiare casa di Chateau, vicino all'Eucarestia, e poi ridiscenderanno per autorizzare gli espianti degli organi del bambino. Li accompagnerò io stesso al Regina Margherita il giorno dopo. 
In ospedale, Giovedì 29/1 apposta la firma, alcuni medici li invitano ad una conferenza stampa per le ore 18. 
I genitori non sono d'accordo perché si sentono nuovamente strumentalizzati e pensano di fare loro stessi una dichiarazione ai media per ribadire le pure ragioni della loro scelta: avverrà in Parrocchia della S.S. Trinità alle ore 16 dello stesso giorno alla presenza di P. Giordano Muraro di don Joe Galea e mia. Sarà un evento straziante con il pianto dirotto di Luca. 
Il resto è semplice cronaca: l'espianto; il cuore che vola all'ospedale Bambin Gesù di Roma e sembra salvare Maurizio, ma poi cesserà di battere per una infezione intestinale di quel secondo sfortunato piccolino, quasi a narrare al mondo come la generosità umana diventa infinita se si riproduce ad immagine del Cristo che si dona in sacrificio per la vita degli altri. 
I funerali nella Chiesa succursale dove i genitori di Gabriele sono impegnati; la stampa rispetta il dolore evitando le telecamere e le macchine fotografiche in Chiesa. 
L'eco dell'avvenimento, nonostante tutto mi pare sia stato esemplare. 
Arriva una pioggia di lettere, poesie, piene di amore e molte centinaia di firme di solidarietà. 
I genitori di Gabriele hanno dimostrato di capire che la vita del figlio non apparteneva a loro; non hanno voluto farsi arbitri della sua storia, né giudici della qualità della sua vita; tanto meno suoi giustizieri. 
Semplicemente hanno deciso di mettersi al suo servizio, accogliendolo nella sua identità e ac-compagnandolo in una vicenda che non toccava a loro decidere: un atteggiamento di vero amore, ma anche di grande, forte, rasserenante libertà, capace di renderli pronti ad assecondare il senso della sua presenza in questo mondo, donando i suoi organi per la vita minacciata di altri bimbi: ma pronti pure ad evitare qualunque forzatura finalizzata a perseguire i loro sogni. 
Una volta nato e battezzato, in cielo si è accesa una nuova vita di figlio di Dio: questo me lo si lasci dire, perché i credenti hanno le loro sante ragioni per gioire per un Battesimo in più. Queste ragioni esigono rispetto anche da chi fede non ha. 
Davvero la loro scelta è stata una magnifica lezione di umanità. 
Io ne sono orgoglioso, penso anche voi. 
L'espianto e il trapianto sono avvenuti nel profondo rispetto della vita umana. 
I risultati nel povero Maurizio non sono stati quelli che molti si aspettavano; ora le lacrime di Sandra e Luca si uniscono a quelle di quei due cari genitori Germana e Pasquale. 
Dobbiamo tuttavia ricordarci che non siamo noi i padroni della vita. 
Semplicemente, il gesto dei genitori di Gabriele ci educa al rispetto dell'amore in un frangente in cui il "prendi e butta" sembra essere caratterizzante dell'amore e della vita umana. 
Ci educa ancora quel gesto, a tentare sempre tutto quel che è tentabile per salvare una vita umana. Anche solo per un giorno. 
 
Don Paolo Gariglio 
 
 
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