Morale

 

Bioingegneria genetica

Prime riflessioni sulla direttiva del Parlamento Europeo

 
Abbiamo chiesto allo studioso Gino Concetti una sua prima valutazione sulla direttiva elaborata dal Parlamento Europeo e in via di applicazione (entro due anni) negli stadi del vecchio mondo.
Ai giovani de IL VENTO sintetizzo il primo commento che ho pubblicato sull'Osservatore Romano e che cioè sulla direttiva del Parlamnto europeo riguardante questioni e ipotesi di bioningegneria genetica sono stati espressi commenti sia dalle componenti politiche sia da uomini della scienza. Sono state riferite apprensioni di ecologisti e di ambientalisti per eventuali e-forse non del tutto irreali-effetti negativi sull'ambiente e sulla natura. Sono stati altresì riferite opinioni di scienziati che hanno rilevato gli aspetti positivi della direttiva per il proseguimento della ricerca e per le applicazioni di tecniche innovative a vantaggio dell'uomo e della donna. Ciò consentirebbe al Continente europeo di ridurre le distanze che in questo settore lo dividono sia dai livelli degli Stati Uniti che del Giappone. 
La stampa europea ha sottolineato ciò che, secondo la direttiva è lecito oppure no.
E' considerato lecito brevettare elementi del corpo umano come geni, ottenuti con procedimenti che la natura non è in grado di compiere: batteri e virus; brevettare antibiotici, proteine ed enzimi, antigeni, anti corpi, sequenze di materiale genetico.  È invece vietato realizzare la clonazione umana, modificare l'identità genetica degli ovuli e degli spermatozoi, usare embrioni a fini industriali o commerciali, modificare l'identità genetica di animali tale da provocare sofferenza senza utilità medica sostanziale. Per limitare al massimo sperimentazioni che a qualsiasi titolo possano portare a manipolazioni dell'uomo, la Direttiva del Parlamento europìeo stabilisce che "non possono costruire delle invenzioni brevettabili nè il corpo umano ai diversi stadi della sua costituzione e del suo sviluppo nè la semplice scoperta di uno dei suoi elementi compresa la sequenza parziale di un gene".
Il punto debole e assai grave di questa parte sta nella non tutela dell'embrione. È vero che in precedenza si esclude che gli ambrioni possano essere usati per fini industriali e commerciali. Ma ciò non basta. I cattolici e tutti coloro che hanno una visione corretta e non ideologizzata della vita umana e della dignità della persona non potranno non convenire che l'embrione appena costituito dalla fusione dei gameti è un nuovo essere umano dotato di dignità e di diritti originari. é stato giustamente rilevato in sede di Parlamento europeo che con la direttiva è stata aperta "una  breccia nel principio dell'inviolabilità dell'embrione".
Giova, a questo punto, riferire la posizione intransigente del magistero della Chiesa che sistematicamente e autorevolmente sostiene che la vita dell'essere umano è inviolabile dal suo primo formarsi (appunto quando è nella condizione di embrione) fino al suo tramonto naturale. La Chiesa - come dimostrano i suoi numerosi documenti - è per la ricerca scientifica, per il progresso della medicina e per le nuove tecniche a patto che vengano utilizzate per il bene dell'uomo e nel rispetto della sua dignità e dei suoi diritti.
Quello che vale per l'uomo è riconducibile alla natura. Non sarebbero mai accettabili biotecnologie che comportino il rischio di attenuazione della biodiversità. L'equilibrio ambientale, vegetale e animale è una delle massime garanzie per la salvaguardia della vita umana. Alla direttiva del Parlamento europeo sono connesse altre importanti questioni etiche che verranno esaminate quando si avrà il testo definitivo.
Per ora basterà accennare al ruolo e agli interessi delle industrie farmaceutiche e all'utilizzo corretto dei brevetti. Il richiamo al progetto cretivo di Dio e alla dimensione trascendente della vita e della storia aiuteranno a evitare qualunque tipo di manipolazione genetica e ogni sperimentazione che offenda l'onore di Dio e la dignità della persona.
Gino Concetti  

 
 
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