Io ti assolvo
 
La confessione nei giovani

 

C'è un momento magico per fare incontrare il giovane con l'esperienza tonificante della libertà dalla colpa

Come espressione della crisi adolescenziale è facile notare uno straordinario sviluppo dei meccanismi di difesa psichici. In questa età il ragazzo è portato a bizzarrie come possono essere transitori desideri d mortificazione, di rinuncia; altruismi caritativi o l'accensione di improvvisi interessi culturali. Queste antinomie, se si sviluppano secondo uno standard di normalità, sono segno di maturazione umana, di socializzazione, di interiorità. Il fenomeno si produce pressappoco così: L'io, fino a ieri (fanciullezza) limpido e libero come una farfalla incontra quasi all'improvviso l'istinto nuovo e prorompente della pubertà. Questi impulsi producono subito sconcerto. Per quanto ne abbia sentito dire, lui non ne era preparato. Anche nei ragazzi che hanno ricevuto un'educazione morale delicata l'impatto porta tensione e sorpresa. È l'evento necessario in cui si scontra una realtà verso la quale è costituzionalmente ostile; per adattarvisi occorrerà non poco tempo. L'io di ogni uomo è pneumatico (spirituale) e a quell'età nutre una naturale avversione verso ciò che è impulso fisico (materiale). La sessualità incipiente è un impulso traumatico perché è fisico. Siamo alla radice del dualismo materia e spirito, l'angelo e la bestia. In questa situazione, l'io che cosa fa? Intensifica immediatamente le sue difese: più crescono le pulsioni, più ancora tende ad allontanarsi d esse sublimandosi. Inizia un vero e proprio viaggio ascetico. Scopriamo subito che c'è un'età dove il giovane uomo, diffidando di ogni passione o piacere che gli sbocchi in corpo, si difende automaticamente opponendo una accentuazione alle proibizioni, ai controlli, allo stesso desiderio. È l'innata diffidenza verso l'istintività. Potrebbe sembrare una fuga. Se questa tendenza è transitoria e non si trasforma in panico (in tal caso avremmo la fuga, cioè un fenomeno negativo, patologico, da correggere) si depositerà nel fondo come pudore, "santo timor di Dio" che, illuminato da un buon padre spirituale, mediatore di grazia, aiuterà il giovane verso quelle esperienze di ascetica e mistica che non sono affatto prerogativa delle vocazioni sacerdotali o religiose. È una dinamica innata quella dell'ascetismo giovanile che orienta il ragazzo alle motivazioni superiori. Che sono appunto manifestazioni di vita spirituale e mistica. Quando un simile meccanismo frenante non scatta, non si ha un uomo più libero o semplicemente disinibito. Si ha piuttosto un libertino: un soggetto con pochi scrupoli. È molto facile che i bruti non abbiano esperimentato il fenomeno dell'ascetismo giovanile. Mentre è certo che i giovani che hanno vissuto pienamente questa esperienza, non hanno il minimo guaio a realizzarsi come uomini, sessualmente capaci, maturi e creativi. Veniamo al dunque: c'è un'età dove questo fenomeno si sviluppa da sè. Che cos'è tutto questo se non un mezzo o un momento di altro valore per la formazione spirituale? Se il soggetto in quel momento, incontra un educatore esperto, un padre spirituale intelligente e abituato a pensare secondo il Signore, quale immenso beneficio non potrà accadere nel fondo di quella coscienza? Se a questo punto mettiamo a fuoco il mistero della Confessione Sacramentale, che è un evento tonificante dell'io perché agisce in foro interno con il suo formidabile fatto del perdono o distruzione dello stato di colpa, avremo un ragazzo che sperimenta il diapason della gioia: quella dell'essere perdonato e la colpa distrutta! Gioie e speranze sono legate al desiderio latente dell'ascesi, di purificazione. Nel perdono sacramentale si perpetua e si esperimenta la vittoria del bene sul male. Un'esperienza così a quell'età è affascinante. Viene facilmente memorizzata . Il fascino sperimentato all'età giusta induce a vivere con naturalezza il sacramento del perdono. Sentiamo alcune testimonianze adolescenziali: "Mi trovavo in una situazione disagiatissima e non riuscivo a risolverla perché non avevo confidenza in nessuno. Si facevano spesso scherzi e gesti per i quali provo ancora un senso di schifo. Si metteva tutto in ridicolo. Andai finalmente in parrocchia a cercare un padre anziano e a lui raccontai tutto. In modo molto amorevole mi tranquillizzò e mi lasciò andare dopo avermi confessato. Ero felice e ancora adesso ne provo una grande commozione. Oggi ho ottenuto una vittoria quasi completa sulle mie mancanze... Finalmente ci furono tre giorni di Esercizi, allora compresi ancora meglio il mio stato. Alla fine del terzo giorno feci un'ottima confessione. Dopo mi sentii veramente sollevata. Sentivo la misericordia di Dio, la sua presenza". (anni 16 f) "Il fatto avvenne quando frequentavo la scuola media. In quel periodo la mia situazione e quella dei miei compagni di scuola era disastrosa. Tutti i nostri discorsi e pensieri erano unicamente rivolti verso cose sessuali. Quasi tutti eravamo schiavi delle abitudini cattive. Per molto tempo mi abbandonai a questo. Quando tornavamo da scuola ognuno metteva il suo punto d'onore nel raccontare oscenità... Aiutato da un bravo Direttore Spirituale, già da oltre un anno mi sono liberato di questo putridume. Piccole cadute nella lotta contro me stesso ritornarono sempre nel mio tentativo di perfezionarmi. Sono pienamente convinto che io e i miei compagni non saremmo giunti a tali estremi se ci fosse stato un Sacerdote ad aiutarci e ad illuminarci perché in fondo all'anima eravamo ancora buoni". (anni 17 m) "Quando andai in parrocchia prima degli Esercizi ci spiegarono la Confessione. Ci fu spiegata così bene, che finalmente la compresi giustamente. Il Don ci disse... che si può confessare anche ciò che è passato da molto tempo. Questo non lo sapevo proprio... avevo spinellato, rubato... Pensai: adesso deve venir fuori, e lo confessai. Adesso la Confessione non mi riesce più così difficile, anzi mi è motivo di gioia". Un altro è in urto col suo amico, il quale ora va con un altro compagno. La gelosia ribolle in lui e giunge perfino a parlare male dell'amico. "Mancavano alcuni giorni al Natale e in me dominava la discordia; allora per la prima volta m'apparve chiara quale sarebbe stata la migliore medicina per il mio male: una buona Confessione col cuore veramente pentito e una degna Comunione. I frutti dei Sacramenti ricevuti furono grandi. Dopo la Confessione tutti i cattivi pensieri erano spariti perché ora riconoscevo il mio male capitale..." (anni 16 m) Voglio dire questo: c'è un'età nella quale il ragazzo è inclinato al confessionale. È un momento breve ed è il momento in cui il regazzo va accolto! È l'età dell'impulso interiore a confessarsi perché in essa, confessione, l'adolescente trova una interiore e soddisfacente risposta ai suoi problemi...

don Paolo
 
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