Esperienze

 

 

...da "Santa Chiara"
Vi proponiamo qui le testimonianze di giovani ragazzi al termine di una "Settimana di Spiritualità" vissuta presso il Forte di Santa Chiara, Val di Susa (To), un Centro di Spiritualità Salesiana. L'esperienza si ripete anche quest'anno.

 


Invocare lo Spirito Santo cantando e sentire il calore della sua presenza... Ringraziare il Signore per i doni che mi ha fatto e sentirsi pervadere di gioia e insieme di dolore per avere rovinato con ripetuti atti di egoismo ciò che Dio stava operando in me per la mia felicità... Chiedere al Signore che almeno mi doni un cuore veramente dispiaciuto dei miei peccati... Leggere un brano di Vangelo e scoprire quanto Gesù mi ama ed è paziente con me.... Poi andare in cappella dove c'è Gesù-Eucarestia esposto: inginocchiarti, amare e lasciarti amare da Lui, sentirti coccolato come da una mamma, e poi comunicare amore, cioè pregare per il mondo intero... Capisci che quel che più conta è stare lì davanti a Lui, in ginocchio, a guardarlo con amore, anche se non senti niente, anche se le ginocchia fanno male, per consentirgli di renderti più santo e quindi più felice... Gesù aspetta anche te che leggi: vuole trasformare anche la tua vita in gioia dal mattino alla sera! Un uomo veramente felice. Alessandro

un rifugio la mano di Dio", ti dà riparo ovunque ti trovi. "È un vestito la mano di Dio", ti copre, ti scalda, ovunque ti trovi. Gente: dobbiamo rallegrarci perché i nostri nomi sono scritti nel cielo!!! Questo è Santa Chiara: la dimora della spiritualità, la luce e il vento che spazzano via le nuvole e fanno sì che il cielo sia azzurro. Questa è stata la mia prima Santa Chiara. Qui a Santa Chiara le persone che incontri sono completamente diverse da quelle "comuni" che conosci altrove: loro hanno qualcosa di veramente speciale, hanno un mistero... hanno Dio, che con il suo amore, apre i loro cuori e li rende in questo modo disponibili verso tutti". Grace

Qui si respira veramente Dio. Parecchi mesi fa, quando venni a sapere di questa settimana, ero un po' titubante. Non sapevo se partecipare o no a questa esperienza, perché avevo paura di confrontarmi con me stesso e con Dio. Ma poi sono successi molti fatti che mi hanno spinto ad intraprendere questo cammino spirituale. Mi sono trovato bene fin dall'inizio dell'avventura, perché ho capito di poter contare su amici veramente speciali e su dei sacerdoti eccezionali! Con questo voglio dire che qui ti insegnano a capire veramente qual è il senso della vita: che non è la carriera, il lavoro, i soldi, ma volere il bene del prossimo. Un'ultima cosa: "Ragazzi che non conoscete la forza della preghiera: venite a Santa Chiara e ve ne convincerete!" Massimo

Avevo paura di guardare negli occhi il Signore, perché temevo mi chiedesse qualcosa o mi accusasse di qualche peccato di cui non ero pentita. Un giorno finalmente, mi feci coraggio e guardai: non c'era nessun accusa e nessuna richiesta. Gli occhi dicevano solo: "Ti amo". Elisabetta

La mia testimonianza è per chi non conosce Santa Chiara. Quando leggi le testimonianze precedenti, la prima cosa che ti viene in mente è: "Non ce la farò mai a convivere con persone che esprimono così tanta spiritualità!" Ma dopo prova a ragionare così: "Dio è amore infinito e ci ha donato la vita: noi, per essergli riconoscenti, dobbiamo percorrere una vita che ci conduca a Lui". Santa Chiara è una di queste vie; solo uno sciocco rifiuterebbe di vivere un'esperienza che ti insegna a piangere di gioia! Fabio

 

Esperienza Santa Chiara più unica che rara
Non è tanto la rima che conta, c'è ben altro. C'è qualcosa di semplice e inneffabile, di normale e soprendente, che solo chi lo sperimenta, può capirlo fino in fondo. La meta è un alpeggio a quota 1500 metri. Qui il Divino Artista ha fatto sfoggio della bellezza e dell'onnipotenza che gli sono connaturali, per rivestire pianori e pendii di colori fantastici. Qui salgono i giovani, tanti giovani, e si immergono in un silenzio che fa loro dimenticare per qualche giorno i mille frastuoni delle città. Quando ridiscendono a valle a ritrovare persone che hanno lasciato, affermano di avere incontrato Dio. E sono credibili questi giovani, perché danno una svolta decisiva alla loro esistenza, tanto da meravigliare gli stessi genitori, i compagni di scuola, i vecchi amici del bar sottocasa e, non di rado, il loro stesso parroco. A S. Chiara non esiste un bar, non si paga il quotidiano tributo alla televisione, le radio tacciono, spesso anche il pacco di sigarette non viene consumato. Ci sono attrattive superiori, quelle che non ti lasciano stordito, con la bocca amara, ma che ti aprono la mente e il cuore: una sorta di "campo magnetico", misterioso quanto reale. La giornata a S. Chiara si apre con il canto delle Lodi, per poi incentrarsi nella profonda meditazione e nel silenzio, che costituiscono il tempo forte per i giovani che vogliono incontrare Dio. Laura, che è alla prima esperienza, ha raggiunto una postazione ideale; si siede sul tappeto erboso e profumato e legge il racconto del roveto ardente. Ura non si meraviglia più che Jahvè abbia parlato al suo servo Mosè: "Dio parla con gli uomini, basta creare l'ambiente e poi mettersi in ascolto". Anna, prima di lasciare S. Chiara, scrive su un biglietto poco più grande di un francobollo: "Per i giovani che vengono a S. Chiara è possibile un autentico incontro con Dio. La preghiera diventa contagiosa e arricchisce in modo innaspettato". Gianni è telegrafico: "Il Signore mi ha chiamato in questo luogo di pace e mi ha riempito del suo Amore". A S. Chiara c'é anche il sacerdote che fa da strumento di trasmissione della Grazia di Dio, e magnifica il Signore per le "grandi cose" che solo Lui sa operare nel cuore degli uomini. Profondamente colpito e talvolta con una briciola di commozione esclama "È incredibile: i giovani continuano a salire sul monte del Signore e il Signore contiua a parlare".
Don Renzo Virano
Vice Delegato FIES Piemonte
 
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