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Il
debito dei Paesi in via di sviluppo
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Il debito dei Paesi Nel 1998, secondo stime del Fondo
Monetario Internazionale (FMI), il debito estero dei Paesi in Via
di Sviluppo ha raggiunto i 2.066 miliardi di dollari, di cui 1244
miliardi con creditori privati. Ad inizio del 1999, il debito estero
dei PVS ha raggiunto i 2177 miliardi di dollari. Complessivamente,
sono stati pagati, nel 1997, 272 miliardi di dollari di servizio
del debito, pari a più del 13% del valore delle esportazioni. Attraverso
gli interessi e le rate di ammortamento del debito estero e le condizioni
di rinegoziazione pattuite, l'Africa ha pagato, tra il 1980 e il
1996, il doppio dell'ammontare del debito estero contratto. Quel
che è peggio, l'onere debitorio non è diminuito: oggi l'Afnca ha
tre volte i debiti che aveva nel 1980 (235,4 miliardi di dollari
nel 1997, contro gli 85,3 nel 1980). Ogni anno l'Africa paga ai
debitori del nord del mondo 13 miliardi di dollari; l'UNICEF stima
che 9 miliardi di dollari in più di aiuto ogni anno salverebbero
la vita di 21 milioni di persone. Ogni bambino che nasce in Africa
deve restituire 360 dollari al nord. Si tratta spesso di debiti
che il diritto intemazionale definisce "debito odioso", cioè contratto
da dittatori (come Mobutu Sese Seko, per venti anni al potere nello
Zaire, con 10 miliardi di dollari su conti personali; o il caso
del regime di Aparthaid del Sudafrica sostenuto finanziaria mente
dai crediti di banche commerciali inglesi). Il trasferimento netto
di risorse dal sud del mondo al nord nel corso degli anni '80 corrisponde
a 6 piani Marshal. Per un dollaro in aiuto dal nord al sud, ci sono
tre dollari che rientrano con il meccanismo del debito estero. In
paesi come lo Zambia, per ogni dollaro investito nell'istruzione
primaria, ce ne sono 35 restituiti al nord, l'i struzione e la sanità
vedono contrarre di anno in anno gli stanziamenti di bilancio (lo
stesso avviene in Tanzania, Uganda ....). L'Italia è il quinto paese
creditore al mondo (dopo USA, Francia, Gemmania, Giappone) nei confronti
del sud del mondo: vanta crediti per oltre 60 mila miliardi di lire.
Nel corso degli anni '80 sono state predisposte diverse iniziative
internazionali per la ridu zione degli oneri debitori mai comunque
finalizzate alla cancellazione del debito. Oggi il problema è stato
affrontato dalla banca mondiale e dal FMI (Fondo Monetario Internazionale)
con l'iniziativa HIPC (Heavily Indebted Poor Countries) avviata
nel 1996, il cui obiettivo è quello di ridurre fino all'80% il debito
di un gruppo di 20 paesi. Fruitori del programma potranno essere
paesi meno avanzati che fronteggiano una situazione insostenibile
di debito estero malgrado abbiano adottato programmi di aggiustamento
e meccanismi di riduzione del debito. I paesi candidati devono dimostrare
di avere intrapreso riforme macroeco nomiche strutturali e riforme
sociali: sinora, i primi beneficiari sono stati Uganda, Bolivia
e Burkina Faso. Sono in lista di attesa Costa d'Avorio, Mozambico,
Guinea Bissau, Etiopia, Mauritania e - in Amenca latina - Guyana.
Durante il vertice G8 di giugno 1999, è stato proposto un ultenore
taglio per i paesi HIPC, in particolare la cancellazione dei crediti
d'aiuto, e l'innalzamento della cancellazione dei crediti commerciali
al 90% (anziché all'80% come prima prevista dall'HlPC) La UE ha
annunciato di voler contribuire alle iniziative di rivoluzione del
debito: la Commissione Europea con un deciso sostegno da parte italiana,
ha presentato nel mese di novembre 1999 una proposta in materia
di riduzione del debito dei paesi poveri altamente indebitati. L'importo
complessivo sarà di un miliardo di euro. Per quanto riguarda specificatamente
l'ltalia, durante lo Spring meeting del FMI, nel 1999, l'impegno
italiano è stato quello di cancellare 725 miliardi di crediti di
aiuto e 2100 miliardi di crediti commerciali. In proposito, I'ltalia,
sulla base degli impegni assunti in occasione del vertice dei G8
a Colonia, intende promuo vere anche azioni unilaterali di cancellazione
del debito estero dei paesi più poveri, tenuto conto che già nel
corso del primo semestre 1999 è stato raggiunto un accordo di rinconciliazione
dei debiti dello Zambia per un importo equivalente del 67% in termini
di valore complessivo. A fine dicembre 1999, il governo italiano
ha presentato un disegno di legge dal titolo "misure per la riduzione
del debito dei paesi a più basso reddito e maggiormente indebitati".
Si tratta di un provedimento straordinario, che mira a consentire
all'ltalia di adottare meccanismi di ristrutturazione del debito
bilaterale alternativi al riscadenziamento a condizione agevolate.
Le ultime notizie (settembre 2000) dicono che l'intezione sarebbe
quella di cancellare tutti i debiti! Alcune questioni, nonostante
la cancellazione del debito, restano in piedi. La rigidità dei criteri
di eleggibilità all'iniziativa HICP comporta l'esclusione della
maggior parte dei Paesi in via di Sviluppo, anche meno avanzati,
dai benefici della cancellazione del debito. Il credito contratto
con le banche commerciali, pur rappresentando una parte consistente
del debito estero totale, non rientra nell'iniziativa HICP e non
sono state finora definite iniziative specifiche consistenti. La
questione del debito non può inoltre essere separata da quella più
ampia di riforma dell'architettura finanziaria globale. Infatti
non ha senso parlare di riduzione del debito senza risolvere le
contraddizioni ed i meccanismi di riproduzione del debito, compreso
quello degli aggiustamenti strutturali e quello correlato ad interventi
e progetti di sviluppo fallimentari. Da quanto esposto possono essere
individuati due ordini di problemi. Il primo riguarda la necessità
di allargare le iniziative per sollevare dal carico del debito i
paesi più poveri. Il secondo riguarda gli strumenti da introdurre
per evitare di ricadere, in futuro, negli errori che hanno generato
il problema debitorio attuale. Per quanto riguarda l'allargamento
delle iniziative, vista l'improponibilità di un annullamento esteso
a tutti i paesi e anche al debito commerciale, si può pensare ad
un trasferimento dei rimborsi dovuti in partecipazioni a fondi destinati
direttamente (e questo sarebbe il segno del cambiamento) all'investimento
in micro e piccole produzione locali, di cui beneficerebbero soprattutto
le fasce più deboli della popolazione. Chi è il debitore Lettera
di un capo indio ai governi europei Così sono qua, io, Guaicapuro
Cuautemoc, sono venuto ad incontrare i partecipanti a questo incontro.
Così sono qua, io, discendente di coloro che popolarono l'America
quarantamila anni fà, sono venuto a trovare coloro che la trovarono
cinquecento anni fa. Così ci troviamo tutti: sappiamo chi siamo
ed è gia abbastanza. Non abbiamo bisogno di altri. Il fratello doganiere
europeo mi chiede carta scritta con visto per scoprire coloro che
mi scoprirono. Il fratello usuraio europeo mi chiede di pagare un
debito contratto da traditori che non ho mai autorizzato a vendermi.
Il fratello legalista europeo mi spiega che ogni debito si paga
con gli interessi, anche fosse vendendo esseri umani e paesi interi
senza chiedere il loro con senso. Questo è quello che sto scoprendo.
Anch'io posso pretendere pagamenti. Anch'io posso reclamare interessi.
Fa fede l'Archivio delle Indie. Foglio dopo foglio, ricevuta dopo
ricevuta, firma dopo firma, risulta che solamente tra il 1503 ed
il 1660 sono arrivati a San Lucar de Barrameda l85.000 chili di
oro e 16 milioni di chili d'argento pro venienti dall'America. Saccheggio?
Non ci penso nemmeno! Perché pensare che i fratelli europei disobbediscano
al loro settimo comandamento? Spoliazione? Tanatzin mi guardi dall'immaginare
che gli europei, come Caino, uccidano e poi neghino il sangue del
fratello! Genocidio? Sarehhe dar credito a calunniatori come Bartolomeo
della Casa che considerarono quella scoperta come la distruzione
delle Indie, o altri oltraggiosi come il dottor Arturo Pietri che
sostiene che lo sviluppo del capitalismo e dell'attuale civilta
europea sia dovuto all'inondazione dei metalli preziosi! No! Questi
185.000 chili di oro e 16 milioni di chili d'argento devono essere
considerati come il primo di vari prestiti amichevoli dell'America
per lo sviluppo dell'Europa. Pensare il contrario vorrebbe dire
supporre crimini di guerra, il che darebbe diritto non solo a chiedere
la restituzione immediata ma anche l'indennizzo per danni e truffa.
Io, Guaicaipuro Cuautemoc, preferisco credere alla meno offensiva
delle ipotesi. Una così favolosa esportazione di capitali non fu
altro che l'inizio del piano "Marshalltezuma " teso a garantire
la ricostruzione della barbara Europa, rovinata dalle sue deplorabili
guerre. Per questo, avvicinandosi il Quinto Centenario del Prestito,
possiamo chiederci: i fratelli europei hanno fatto un uso razionale,
responsahile, o per lo meno produttivo delle risorse così generosamente
anticipate dal Fondo Indoamericano Internazionale? Ci rincresce
dover dire di no. Dal punto di vista strategico le dilapidarono
nelle battaglie di Lepanto, nelle armate invincihili, nei terzi
Reich ed in altre forme di reciproco sterminio, per finire poi occupati
dalle truppe vankee della Nato, come Panama . Dal punto di vista
finanziario sono stati incapaci -dopo una moratoria di 500 anni-
sia di restituire il capitale ed interessi che di rendersi indipendenti
dalle rendite liquide, dalle materie prime e dall 'energia a basso
costo che gli esporta il terzo Mondo. Questo deplorevole quadro
conferma l'affermazione di Millon Friedman secondo il quale un'economia
assistita non potrà mai funzionare e ci obbliga a chiedere -per
il loro stesso bene- la restituzione del capilale e degli interessi
che abbiamo così generosamente aspettato a richiedere per tutti
questi secoli. Detto questo, vorremmo precisare che non ci abbasseremo
a chiedere ai fratelli europei quei vili e sanguinari tassi di interessi
variabili dal 20 fino al 30% che i fratelli europei chiedono ai
Paesi del Terzo Mondo. Ci limiteremo ad esigere la restituzione
dei maferiali preziosi prestati, più il modico interesse fisso del
10% annuale accumulalo negli ultimi trecento anni. Su questa base,
applicando la formula europea dell'interesse composto, informiamo
gli scopritori che ci devono, come primo pagamento del loro debilo,
soltanto 185.000 chili di oro e 16 milioni di chili d'argento ambe
due moltiplicati per 2380 miliardi! Come dire numeri per la cui
espressione sarebbero necessarie più di diciassette e diciannove
cifre. Com'é pesante questa mole d'oro e d'argento! Quanto peserebbe
calcolata in sangue? Addurre che l'Europa in mezzo millennio non
ha saputo generare ricchezze sufficienti a cancellare questo modico
interesse sarebbe come ammettere il suo disastro finanziario. Tuttavia
queste questioni melafisiche non affiggono noi indioamericani. Però
chlediamo la firma immediata di una carta d'intenti che disciplini
i popoli debitori del vecchio continente e li obblighi a far fede
al loro impegno tramite un'immediata privatizzazione o riconversione
dell'Europa perchè ci venga consegnata per intero come primo pagamento
di questo debito storico. Dicono i pessimisti del Vecchio Mondo
che la loro civiltà versa in una bancarotta tale che gli impedisce
di tener fede ai loro impegni finanziari o morali. In tal caso ci
accerleremo che ci paghino dandoci la pallottola con cui uccisero
il poeta. Ma non potranno. Perche quella pallottola è il cuore dell'Europa.
Guaicaipuro Cuautemoc I dati raccolti in questo articolo sono tratti
dalla rivista "Volontari" del mese di aprile 2000 dell'Associazione
L.VI.A. |
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