....continua
Papa Giovanni Paolo Il l'anno scorso, nel suo discorso davanti
alla Porta di Brandeburgo a Berlino, ha sottolineato in maniera convincente
quale sia il valore della libertà e quali siano i compiti a essa
collegati: «Libertà non significa il diritto a fare a proprio
piacere tutto quel che si vuole... La libertà è un bene estremamente
prezioso che esige un prezzo alto. Essa esige magnanimità e coinvolge
anche la predisposizione al sacrificio; essa esige uno spirito attento
e coraggio di fronte alle forze che la minacciano sia dall'interno che
dall'esterno...». |
|
|
E il convincimento che tra la libertà e la responsabilità
esista un nesso indissolubile ha influenzato soprattutto dopo la seconda
guerra mondiale numerosi documenti di diritto internazionale. Così
la Dichiarazione dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite delinea nel
suo preambolo la visione della persona umana libera che dispone anche di
quella libertà «dalla paura e dalla miseria». Tale libertà
comprende entrambe le cose: il godimento dei diritti fondamentali civili
e politici e un'esistenza sicura.(...)
In Germania, dopo il 1945, sono stati non da ultimo i cristiani profondamente
radicati nella loro fede che hanno dato un avvio nuovo alla vita politica,
cosa che peraltro nella zona occupata dai sovietici ben presto non fu più
possibile. Fortunatamente, presso i cattolici e i protestanti, sì
era affermata l'idea che gli antichi contrasti confessionali dovessero
essere superati, al fine di opporsi congiuntamente alle ideologie totalitarie.
Così, i principi essenziali della dottrina sociale cattolica e dell'etica
sociale evangelica sono diventati fondamenta portanti della nostra economia
sociale di mercato.
Tale ordine economico e sociale ha gettato in Germania le basi che
consentono di vivere la libertà e l'autoresponsabilità nella
solidarietà con il prossimo e in armonia con il bene comune. Tale
ordine ha formato la base di un partenariato sociale coronata dal successo
nella vita economica e ha impedito nel contempo la concentrazione di potere
economico e sociale.
Nella scelta a favore dell'economia sociale di mercato, non si trattava
di un'opportunità economica. E' vero tuttavia che noi tedeschi nei
passati cinque decenni abbiamo fatto l'esperienza che il collegamento riuscito
della libera concorrenza e dell'equilibrio sociale significa non da ultimo
il successo economico. Per questo l'economia sociale di mercato offre anche
oggigiorno la concezione più efficace per la lotta contro la disoccupazione.
Un egoismo eccessivo non deve essere premiato, si deve evitare d'altro
lato di mettere sotto curatela il singolo con un eccessivo assistenzialismo.
Quello che importa è che ognuno di noi - nell'ambito del possibile
- assuma responsabilità per sé e per il suo prossimo.
Tale responsabilità si applica anche per le generazioni che
verranno dopo di noi. Nel loro interesse non possiamo rimandare al domani
la soluzione dei problemi attuali. Infatti, né possiamo oberare
i nostri figli e nipoti con un debito pubblico eccessivo, né possiamo
depredare la natura a loro spese. La conservazione della creazione che
ci è stata affidata è uno dei nostri principali doveri. E
io farò tutto quello che è in mio potere affinché
in tale settore si conseguano ulteriori progressi.
La sfida ecologica dei nostri tempi è un buon esempio del fatto
che i grandi compiti da affrontare sulla soglia del XXI secolo dopo Cristo,
non possono essere risolti soltanto sulla base nazionale. Ecco, questo
è uno dei motivi per cui noi europei intendiamo unificarci sempre
più strettamente. Adesso, alla fine di un secolo che ha visto in
Europa e nel mondo tanta sofferenza e tanta miseria, abbiamo la grandissima
opportunità di costruire la casa Europa che in futuro sappia resistere
alle intemperie. Deve trattarsi di una casa che sia abbastanza ampia perché
vi trovino alloggio tutti i popoli d'Europa che lo desiderano e che lo
vogliono. E questo significa anche un diritto permanente di domicilio per
i nostri amici americani.
Intendiamo costruire una casa con un regolamento che sia vincolante
per tutti quanti - una casa nella quale sapremo comporre le nostre liti
e divergenze - che ovviamente vi saranno sempre - m maniera civile, ma
mai più sotto forma di conflitti bellici. Per questo il proseguimento
dell'opera di unificazione europea è la premessa migliore per la
pace e la libertà nel XXI secolo. E questa opera richiede anche
che l'Unione Europea rimanga aperta per i Paesi dell'Europa centrale, orientale
e del Sud-Est. Io punto sul fatto che le Chiese cristiane incoraggeranno
dappertutto in Europa i cittadini a partecipare a questa opera di pace.
(...)
Dappertutto a questo mondo noi cristiani dobbiamo adoperarci affinché
la voce del Vangelo venga ascoltata nella politica, nell'economia e nella
società. Non si tratta qui della voce del fanatismo religioso, bensì
di un invito alla comunione di tutte le persone di buona volontà.
Una responsabilità vissuta esige una riflessione sulla propria coscienza,
esige il ricorso al prossimo, ma soprattutto a Dio. La Buona Novella del
Cristo è una sorgente di forza; essa offre alla persona umana orientamento
e appoggio sicuro. Per questo auspico e desidero che la predicazione della
Chiesa non accenni soltanto a problemi ma sappia anche rafforzare il coraggio
e la fiducia e ci dica che siamo in grado di affrontare le sfide. Proprio
in questo senso la voce delle Chiese cristiane è di eccezionale
portata anche nell'orientamento del futuro economico e sociale del XXI
secolo.
Helmut Kohl
|