2000

Un messaggio sempre attuale


Negli ultimi cento anni la società occidentale ha subito profondi cambiamenti: dagli incredibili progressi della tecnica di inizio secolo, fino alla rivoluzione informatica degli ultimi decenni. Radio, televisione, computer, internet e quant'altro hanno senza dubbio esercitato e continueranno ad esercitare notevoli influenze sulla nostra vita. Si pensi, ad esempio, alla realtà virtuale, che consente di sperimentare emozioni relazionandosi con un cervello elettronico. Ma la tendenza a guardare avanti, ad interrogarsi sul futuro, è insita nell'uomo, che nutre chissà quali speranze in un possibile domani. Tutto sembra essere già nelle nostre mani, eppure la curiosità non è sopita... basta dare uno sguardo a film o rappresentazioni artistiche che si ispirano ad un ipotetico futuro: ogni cosa viene ancora dipinta a tinte metalliche, dalle città ai vestiti delle persone! Non credo che spogliare l'uomo da ciò che lo contraddistingue dalla macchina sia possibile: l'uomo ha in sé la "spinta vitale", un'energia, una tensione tale da non poter essere contenuta in un circuito elettronico.

La tendenza alla spersonalizzazione è forte: dagli ambienti lavorativi a quelli della moda, dove poco spazio è lasciato alla creatività di ciascuno. L'individuo si crea così mete fittizie, realizza valori che non gli sono consoni o meglio che non contribuiscono alla realizzazione di se stesso, ma a quella dell'organizzazione dell'ambiente a cui appartiene.
Yung sosteneva la possibilità dell'uomo di trovare nel profondo le potenzialità per la realizzazione del proprio sé e di trascendere se stesso divenendo

consapevole di Dio: consapevolezza che diviene sorgente inesauribile di forza. Un'emozione priva di sentimento non può dare all'uomo ciò di cui ha per natura bisogno: vivere negli affetti autentici che lo muovano a porsi mete e valori umani.
Duemila anni fa Gesù stesso diceva alle persone che incontrava che è solo dell'uomo la capacità di poter provare sentimenti che lo portano fuori da se stesso: la capacità di Amare. Non credo sia fuori luogo proporre una strana associazione, che mi porta alla mente Dostoevskij, con i suoi personaggi di "Delitto e castigo", attraverso i quali ci viene presentata la sconfitta di una vita guidata solo dall'intelletto e priva di amore. Da Dostoevskij ai nostri giorni di cose ne sono cambiate, ma reputo ancora valido il messaggio.
E' partendo proprio dall'amore che diventa possibile vivere i valori che il Vangelo ci propone. Non credo che questi, anche a distanza di anni, possano perdere la loro attualità o che l'uomo possa sostituirli. Mi sembra, anzi, di vedere trasparire un gran bisogno dell'uomo di rivalutare se stesso! La produzione artistica e letteraria da sempre mette in luce questa necessità. Vivendo autenticamente i valori, l'uomo può trovare una meta che gli consenta di trascendere se stesso e il suo tempo e di trovare una realizzazione. Non sono il tempo e lo spazio a determinare la possibilità di avere una fede e una capacità di amare!

 

Giovanna Rinaldi

 

 
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